“Fai della tua vita un sogno, e di un sogno, una realtà” diceva il grande Antoine de Saint-Exupéry, autore tra gli altri del best seller “Il Piccolo Principe”.
E tu hai un sogno? Immagino di sì… chi non ne ha almeno uno?! E sai anche come realizzarlo? Beh, se la risposta a questa domanda è NO, ti consiglio di continuare a leggere questo articolo!
E sai anche come realizzarlo? Beh, se la risposta a questa domanda è NO, ti consiglio di continuare a leggere questo articolo!
Quando si ha in mente una meta – sportiva e non- da raggiungere e anche quando non la si ha del tutto chiara (il suddetto sogno per l’appunto), può essere molto importante utilizzare la cosiddetta “definizione degli obiettivi” o “goal setting”; in special modo nelle prime fasi, per definire come organizzare tutto il percorso di allenamento mentale.
Per ciò che concerne la parte operativa della questione, uno dei modelli maggiormente utilizzati in letteratura per la pianificazione degli obiettivi è quello identificato con l’acronimo S.M.A.R.T..
In base ad esso un obiettivo risulta essere ben strutturato quando è:
(Doran, 1981).
Gli obiettivi sono poi suddivisibili temporalmente anche in a breve, a medio e a lungo termine, a seconda di quanto in là nel tempo è posto il termine entro cui voler ottenere quel determinato risultato.
Dagli studi fatti, si è notato poi come questa tecnica abbia la potenziale capacità di poter influenzare positivamente le performance degli atleti, nonché di determinare miglioramenti in termini di ansia, fiducia e motivazione (Burton & Weiss, 2008).
Rispetto a quest’ultimo aspetto sono state proposte diverse spiegazioni, una di quelle maggiormente fondate in particolare sostiene che gli obiettivi:
1) Supportano l’atleta nel mettere una volontà, una serietà ed una dedizione maggiori rispetto al solito nel tentativo di voler raggiungere tali obiettivi.
2) possono, attraverso il supporto di professionisti, far prendere maggior consapevolezza e dimestichezza con nuove strategie di apprendimento durante il percorso che porta al raggiungimento degli obiettivi prefissati.
3) Incentivano l’atleta a protrarre maggiormente lo sforzo e la resilienza, cercando di mantenere così anche alti livelli di motivazione (preferibilmente intrinseca).
4) Spostano il focus dell’attenzione e della conseguente azione dell’atleta verso gli aspetti più significativi della performance sportiva o del miglioramento dal punto di vista tecnico-tattico e mentale. Ad esempio, un giocatore di calcio si focalizzerà sul migliorare abilità specifiche, come lo stop o il passaggio, piuttosto di perseguire l’obiettivo generale (ma indefinito) di divenire un “giocatore più forte”.
(Locke & Latham, 2002)
Secondo poi un’analisi qualitativa degli obiettivi è importante suddividerli in:
– Obiettivi di Prestazione: associati al potenziamento di un comportamento o di un’abilità utili all’avvicinamento dei propri obiettivi (ad esempio, finire una maratona in 3h, fare uno stacco di testa di 60 cm, ecc…);
– Obiettivi di Processo: strettamente connessi ai precedenti specificando cosa fare per raggiungerli e in che modo (ad esempio, allenarti un’ora tutti i giorni sul potenziamento muscolare, rafforzare i muscoli delle gambe e migliorare la tecnica di salto, …);
– Obiettivi di Risultato: si focalizzano solo sull’esito di una competizione (ad esempio, arrivare tra i primi tre nella maratona, fare due goal a partita, …).
Avere un sogno dunque, riuscire a metterlo nero su bianco, ma soprattutto sapere come raggiungerlo può incrementare la fiducia nelle proprie abilità, grazie anche alla possibilità di verificare e monitorare i risultati che si stanno ottenendo. Con l’utilizzo del Goal Setting e il supporto di figure quali gli Psicologi dello Sport, l’atleta ha maggiori probabilità di esperire un aumento del senso di controllo e della percezione di competenza nella propria disciplina.
Beh, ora che sai la teoria, non resta che passare alla pratica e nel farlo ti consiglio di affidarti a dei professionisti qualificati.
PERFORMIND, ALLENA LA MENTE … DIVENTA VINCENTE!
Dott. Rudy Pigato